Psiche e storie di ragazzi sfortunati

PSICHE & SOCIETA’  ROBERTO CAFISO  da LA SICILIA  27.2.15

GIOVANI VITE VISSUTE PERICOLOSAMENTE STRONCATE A BORDO DI  UN’AUTO

Marta e Paolo tribolano da tempo  per Denise, la loro unica figlia 19enne.  Lei è una ragazza imprendibile, con la voglia  di voler assaggiare la vita a trecentosessanta gradi. Un edonismo che la spinge a  variegate incursioni nel rischio . Dai tempi della scuola media  canne ed alcol il suo viatico per vivere  avventurosamente. I genitori hanno tentato molti confronti, anche mediati. Ma alla fine Denise ottiene  sempre ciò che vuole, ultimo regalo una Smart fiammante. Ma non è con i regali che la ragazza ha mai trovato  pace. E neppure con  i diktat  parlati. In fondo Paolo e Marta vogliono  una  loro vita  comoda.  E Denis  è solo un ostacolo  ad essa. Un impiccio.

 

Anche Andrea è un ragazzo smodato.  A  22 anni, interrotta la scuola  poco prima della qualifica, ha fatto finta di cercare lavoro.  Paola, la madre,  rimasta vedova dieci anni prima,  prova a contenerlo supplicandolo assieme a Cristina, la sorella minore, entrambe atterrite   di fronte alle devastazioni in casa,  quando Andrea  pretende i  soldi . Il giovane  è stato trattato da più specialisti. La sua diagnosi è “ disturbo borderline” di personalità, che Paola, commessa  , non sa bene cosa significhi. Sa solo che il figlio rifiuta ogni tipo di terapia, ha avuto problemi con la legge,  perché  usa e spaccia cocaina e hashish . Un demone   che imperversa in casa e che non dà tregua. Ha già avuto ritirata la  patente per guida in stato di ebbrezza, ma usa  comunque l’auto della madre quando gli va, perché Paola non sa dirgli no.

 

Di solito è ai primi bagliori dell’alba  che si concretizza l’incubo di queste famiglie. Quando  il countdown esistenziale è arrivato al gong. La telefonata imbarazzata e vaga  che chiede di venire in ospedale. “Un incidente: suo  figlio …  venga subito”. Paola si veste meccanicamente, con lo sguardo perso nel nulla . Assieme a Cristina che singhiozza , chiamano il cognato per correre in ospedale. Sono senza macchina.  La loro  è in tangenziale, schiantata  contro un camion,   tamponato a 140 chilometri orari. Andrea è stato portato via,  Luca e Peppe, due amici, sono immobili, incastrati nell’auto accartocciata.  Avete presente come entrano le lamiere contorte nelle carni di un ragazzo ?  In pochi attimi una vita vola via,  tradendo  promesse e rendendo  vane infanzie  trascorse  troppo in fretta.  Lutti che non si superano più.

 

A quella stessa ora, in pieno centro,  la Smart di Denise ad un “rosso” disatteso impatta contro un camion della nettezza urbana. Ad  un urto devastante  seguono spesso attimi di silenzio assordante. Come se il tempo desse una tregua per far realizzare. La ragazza è ricurva sul volante, con un rivolo di sangue in bocca. E’ smarrita, affannata,  piange e invoca la mamma. Arriva il 118 e spezza con la sua cantilena bitonale che sa di dolore , lo smarrimento degli astanti. C’è una pattuglia della stradale che passa lì per caso. Gianni è un agente di 25 anni, una recluta. Ed è al suo “battesimo” , come si dice in gergo. Arriva anche  una squadra del 115 con le cesoie per estrarre quel corpo tremante. Tanti lampeggianti blu attorno ad un epilogo annunciato. Tredici minuti e Denise è sdraiata sulla barella, mentre l’operatore dell’ambulanza  via radio   dichiara un  codice giallo, perché Denise è vigile. Ma non può sapere  che le sue costole spezzate hanno  trafitto  i polmoni.

 

Marta, Paolo e Paola sono assieme per caso, alle cinque del mattino,  a scrutare il volto di ogni sanitario che esce dell’emergenza. Telefonate per avvertire chiunque e non pensare. “ Ci dispiace”…. , è l’esordio accorato  di un medico, prima alla coppia, più tardi a Paola che cade in ginocchio e a dirotto non contiene più il dolore, mentre la figlia l’abbraccia in un pianto disumano,  quasi ritmato. Due ragazzi, con due storie apparentemente  diverse, si incontrano su  due lettighe attigue, alla stessa ora, in un  pronto soccorso e non ce la fanno. E’ iniquo morire  su una barella, da soli,  senza neanche potersi   salutare con un cenno, senza poter dire ai genitori “ perdonatemi …”, senza  poter più sognare.  Solo  corpi  violati  da  droghe , alcol e  lesioni. Finiscono così molte  storie giovanili, mentre  Gianni , della stradale, giunto in ospedale col capopattuglia anziano che coglie e  lo  lascia in disparte , è  stravolto. Ha  impressi  gli occhi  smarriti  di quella  19enne che imploravano  un’altra possibilità per riprovarci. Solo una, sembrava supplicare prima della notte senza fine

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