Psiche e gli incostanti

da LA SICILIA del 17.7.15

ROBERTO CAFISO

 

GLI INCOSTANTI CHE VIVONO A META’ : SOGNANO MA NON CONCLUDONO MAI

 

Cominciano tante attività senza portarne mai a termine nessuna. E’ il profilo di tanti ragazzi ed adulti che nella vita promettono  convinti, per poi sgonfiarsi strada facendo, interrompendo il progetto enfatizzato a gran voce, vissuto  come l’occasione importante  o di riscatto  della loro vita. Sia nello studio, nel lavoro o negli affetti, queste persone mancano di costanza.  Vivono a metà. Da velocisti si entusiasmano in partenza, per poi arrivare col fiatone già  a metà strada,  dove  getteranno la spugna  arrendendosi . Oltreché  volubili sono discontinui, sin da bambini,  e non riescono a “stare sul pezzo” sino al raggiungimento  del traguardo, che di fatto non tagliano  mai, con mille scuse ed alibi.

 

Restano sempre con un pugno di mosche in mano, perché irrequieti e mossi dal piacere, dalla novità, dal sognare oltremisura, cosicché al fare preferiscono il progettare  sognando,  ed alla fatica del percorso un itinerario ex novo , che è sempre il più bello,  quello che considerano definitivo, salvo poi a barattarlo per un altro, che magnificheranno dimentichi dei tanti giuramenti passati,  come il loro vero obiettivo,  che ovviamente farà la fine degli altri. Guardandosi indietro scorgeranno  solo  occasioni sprecate, promesse disattese, giuramenti traditi. Una vita sempre a metà, per lo più instabile e precaria, la sola che sembrano potersi permettere.

 

Negli affetti sono stati figli promettenti  ma trascurati nella continuità delle cure parentali,   sempre a singhiozzo, mai certe e regolari. La nostra sicurezza personale   si fonda sul poter contare nelle  persone care, che sono accanto a noi ogni giorno, fedeli alle promesse di supporto  nella buona e nella cattiva sorte. I genitori – amici, quelli liberisti ad oltranza e quelli naif ( oltre a quelli angosciati strutturalmente )  sono il più calzante esempio di adulti che allevano nell’ansia e nell’incertezza e   sentimentale. Sono le condizioni di base per cui un ragazzo nella sua evoluzione non avrà l’autostima  necessaria ad affrontare  un ostacolo senza rinunciare alle prime avversità. Nessuno lo ha incoraggiato o guidato  nei momenti di indecisione o fatica e la sola cosa appresa è la resa,  l’abbandono di ogni meta  diventata complicata o onerosa in corso d’opera.

 

Il primo atteggiamento è la procrastinazione, il  “ci proverò  domani”. A seguire la rinuncia definitiva e l’evitamento tipico di chi teme ogni esposizione. La vita priva di responsabilità e di impegni da onorare è un nascondersi dentro le coperte ad oltranza. Mille i pretesti . Tutti confutabili  ad analizzarli  bene. Ma insuperabili per chi non ha la motivazione giusta per raggiungere un obiettivo non ritenuto  alla portata . Dal titolo di studio acquisito solo perché  acquistato in un diplomificio, alla ricerca di un lavoro che non va mai bene, alla sfera affettiva dove non c’è partner degno di questo nome. Tutto insomma è insoddisfacente o troppo difficile. Da qui l’arresa per ricominciare sempre d’accapo.

 

Da adulti il bilancio  degli incostanti è fallimentare. Mille iniziative, nessun traguardo. Promesso tradite e macerie. A volte sono disturbati sotto soglia. Hanno una personalità che non  consente loro di erogare corrente continua in ciò che fanno. Ma per lo più hanno vissuto da indolenti o comodisti perché qualcuno gliel’ha consentito e , privi di metodo, hanno vissuto “a braccio”, seguendo l’onda emotiva del momento. Le maratone si fanno rompendo il fiato. Chi non sa farlo si ritira puntualmente, puntando il dito sempre su terzi.  Ma la verità è sempre più semplice e non può mai  prescindere da noi e dal nostro impegno.

4 to “Psiche e gli incostanti”


  1. Debby scrive:

    Grazie per questo articolo…mi ha aperto un pochino gli occhi su come effettivamente sono fatta.
    E’ stato come ascoltare una persona che stà parlando esattamente di me.
    Si può cambiare, o si rimane sempre così?

  2. stefano scrive:

    consigli per chi si rispecchia a 27 anni nel 90% di quello che c’è scritto ed ha almeno la consapevolezza e onestà di riconoscerlo?

  3. mayah scrive:

    Come risolvere questo problema in età adulta quando si è ormai stanchi e demotivati e non si ha più il supporto prezioso della famiglia? Grazie

  4. Nicoletta scrive:

    è la storia della mia vita. sono incappata in questa ottima analisi dopo aver digitato su Google: come vincere l’incostanza. è faticoso, direi spossante, convivere con questa corrente alternata di energia, dopo i 50 ce ne accorgiamo. un giorno pieni di grinta, e l’indomani non ci si vorrebbe alzare dal letto.
    saluti,
    Nicoletta



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