Psiche e disastri earei

ROBERTO CAFISO  Da LA SICILIA del 3.4.16

DEMOCRAZIA E SICUREZZA : LE SOCIETA’ GARANTISTE E I DISASTRI AEREI

 

     Le normative sulla  privacy  di molti Paesi europei se da un lato garantiscono i diritti dei singoli, dall’altro rischiano di ledere quelli della collettività. Se a ciò si aggiunge la malcelata e a volte  esasperata, idea di garantismo per chiunque e l’idiosincrasia   diffusa per  verifiche ed e controlli  , considerati intrusivi e spesso superflui , possiamo cogliere il contesto sociale  entro il quale si può consumare la tragedia dell’Airbus in Francia. Non solo,  ovviamente : la parcellizzazione dei dati, il non incrocio verso un unico fine ( la sicurezza )  delle condizioni psichiche di un pilota e il non sentirsi autorizzati ad entrare a “gamba tesa” nell’esistenza di un nostro simile completano quel quadro. Sicurezza e democrazia spesso si trovano agli estremi  di un unico asse.

 

A ciò  va aggiunta la pretesa di tutti noi di vivere in un mondo perfetto, dove tutto funziona in maniera  sincrona  , dove non esiste l’errore e la scienza da garanzie  assolute, così come le procedure di sicurezza  dei voli, che vorremmo  infallibili . Per quanto ci sforziamo di tendere a tutto ciò,  vi saranno sempre margini che potranno provocare tragedie di ogni tipo, per l’imponderabilità di alcune  variabili.  Quelle  umane  al primo posto. Ipotizziamo già, a proposito di voli, aerei passeggeri telecomandati da terra senza piloti. E storciamo il muso, perché la presenza di un nostro simile in cabina ci rassicura. Ad un tempo questa presenza è fonte  di molte  dinamiche umane che nessun sistema predittivo potrà mai controllare senza anche minimi margini di errore.

 

Detto ciò, dopo il caso Andreas , ma solo dopo, verranno sicuramente rafforzati i controlli sulle condizioni psicologiche dei piloti, a cui non basta effettuare ECG ed EEG, oltre agli esami ematici di routine. Sino a 60 anni 1 volta l’anno, dopo ogni sei mesi. Eludibili ad oggi i controlli tossicologici, che vengono effettuati, ma talvolta con tempistica preventivabile, e dove  perciò esiste  la possibilità di falsificare i campioni biologici. Il nostro Paese al riguardo è uno dei più severi, con verifiche a sorpresa ed a campione. L’uso di droghe ed alcol può essere uno dei pericoli più dirompenti per la sicurezza in volo, come lo è  per nella guida di autoveicoli.

 

Gli esami psichici in molti Paese, dopo i  check –up iniziali sono  poco approfonditi  ed affidati all’intuito  del medico che esegue la routine e che può rimandare ad un successivo controllo  specialistico. A livello psicologico simulare è possibile e solo l’esperienza, la competenza e l’onestà intellettuale dell’esaminatore può smascherare  condizioni patologiche magari latenti. Una persona che sta male non sfugge ad un controllo accurato. L’errore è quello di misurare la capacità di performance professionale, mentre andrebbe validato l’equilibrio psicologico.   Vi sono test psicologici in grado di fornire quadri personologici completi. L’incrocio di più reattivi può far crescere l’affidabilità della valutazione sino a livelli  di certezza.  La simulazione è riscontrata in questi test ed all’elevazione di alcune scale il profilo viene invalidato e l’esaminato ritenuto  “non idoneo”  alle mansioni per le quali sta effettuando la prova. I test andrebbero però effettuati ogni sei mesi.

 

Un pilota con problematiche dell’umore e peggio con un disturbo di personalità, magari  “sotto soglia”, che tuttavia sotto stress può  scompensarsi  in modo florido, va fermato a terra. L’ ideazione  paranoide, la tendenza al  passaggio  all’atto, le fluttuazioni  repentine  dell’umore, possono essere fonte di comportamenti lesivi per la sicurezza collettiva.  Quel pilota dava segni di squilibrio alle ex fidanzate  e ai medici che lo avevano visitato di recente. E dunque non c’era neppure  il ragionevole dubbio di lederne i diritti denunciandone  la condizione clinica. Ma ognuno, come capita nelle società “democratiche”, ha preferito girarsi altrove, aspettando che qualcun altro assumesse una decisione. L’esito di questo sistema, per il quale più d’uno dovrebbe soffrire d’insonnia per un po’,  si è tramutato in tragedia.   

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