Psiche e dinamiche umane

ROBERTO CAFISO

 

Cosa muove il mondo ? Per lo più dinamiche umane, che sono il nocciolo duro di ogni apparenza. Dall’economia alla politica, dalle guerre ai disastri naturali. Dove c’è l’uomo e le sue decisioni vi è una passione, non sempre letta correttamente e perciò non  interpretata e gestita. E’ il sotterraneo predominio immarcescibile dell’antico cervello sottocorticale, quello degli impulsi e dei desideri predatori e di vendetta sull’altro,  non importa a che prezzo ;  al diavolo la morale.

 

Già,  perché il prevalere  nella notte dei tempi equivaleva a cibarsi, sopravvivere, salvare la prole. Resta  una traccia indelebile nel nostro dna, un’impronta  che ci allarma anche quando presente e futuro potrebbero essere ragionevolmente  privi di reali  minacce di conflitti e  carestie. Ci muoviamo ancora per lo più come se dovessimo portare ogni giorno la pelle a casa,  in un mondo pieno di belve e di agguati, spinti ad accaparrarsi le femmine più belle e prolifiche o gli uomini più dotati e protettivi.  Un tributo che  l’umanità  paga ancora  alle sue origini.

 

Il potere  ha il suo  principale  aguzzino nel  denaro. Attraverso  i soldi  si è re pur senza un regno, condottiero anche senza un esercito fedele, come   il sultano turco  Solimano,  che nell’assedio di Vienna motivava le proprie truppe mercenarie abbagliandoli con chili di  oro gettati ai loro piedi e la promessa dei galloni di capitano a chi avrebbe per primo valicato le mura della città. Le brame  di potere e  di successo  sono ancora i più forti motivatori del genere umano. Gli eroi mitizzati sono stati per lo più uomini col desiderio di prevalere, di  affermare se stessi, con un’indole  a   sopraffare ed a prevaricare, proiettandosi nell’olimpo dei grandi  e persino nell’aldilà , con biglietto di poltronissima in paradiso.

 

Le affascinanti spie  ruba – segreti ai potenti, a loro volta  vogliosi  di conquiste femminili, rappresentano la specularità dei bisogni primari: assicurasi la migliore sopravvivenza e nutrire il proprio io della conquista sessuale. Entrambe spinte ancestrali che hanno rivoluzionato assetti sociali ed ideologici,  visto che  certi istinti vengono ammantati di patriottismo, ideologia, religione o  fede e di  ogni altra aureola capace di travestire e  magnificare dinamiche altrimenti inaccettabili. Dall’ipocrisia dei miti ,  alle più profonde  ragioni  di  azioni altrimenti  non degne di essere citate nei libri di storia patria.

 

La verità più scarna è che per lo più la maggior parte dell’umanità, anche quella eletta, viaggia genuflessa alle brame  ed alla cupidigia, che pur non  trovando più ragion d’essere nella conservazione della specie, conserva   un imprinting  che ci  fa sentire ancora affamati ed assetati, pur sazi e dissetati.   Nei saccheggi dei  villaggi  i predatori razziavano ogni cosa, alla cieca, pur non avendone una specifica necessità . Negli assalti ai supermercati o alle pompe di benzina quando si prospettano scioperi e serrate , si fa incetta di ciò che può placare il terrore di un’anacronistica  carestia. Paura incisa in noi da un  indelebile fattore di trascrizione  genetico.

 

L’uomo mai emancipatosi  che ha un potere ad ogni livello, ritiene di dover accumulare quanto più denaro e privilegi  possibili, non importa a che prezzo, pur di ammassare  fieno nel granaio, per i periodi di vacche magre. Dalla sua postazione manipola l’etica , la democrazia ed il mandato da essa attribuitogli, valicando il dovere di fedeltà e di interesse precipuo a favore della collettività. E’ una spinta  spesso irrefrenabile, caratteristica di cervelli non evolutisi alla pari del progresso  teorico nel quale viviamo. Individui ancora  succubi di dinamiche cieche  di ingordigia. Dalla frode alla razzia, dallo stupro sino all’omicidio. Dopo migliaia di anni i nostri antenati sono ancora qui, a soffiarci sul collo.

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