Psiche e cattivi scienziati

PSICHE & SOCIETA’ Roberto Cafiso

 

La manipolazione della scienza a fini diversi dal progresso ha sempre come meta il denaro o gli interessi di parte. Per questo la manipolazione  della verità è per lo più appannaggio di classi sociali abbienti e posizionate socialmente in grado di ingaggiare  prezzolati senza scrupoli travestiti da studiosi, per far emergere la propria verità schivando   sanzioni cui sarebbero andati inevitabilmente incontro se il garantismo esasperato non integrasse l’ingiustizia e la disparità tra i cittadini.

 

Che la scienza ufficiale sia contaminata da macro interessi è cosa nota e haimé accettata. Le multinazionali farmaceutiche impongono un prodotto ogni volta miracolistico salvo poi, a brevetto scaduto, dirne peste e corna  pubblicando  “nuovi studi”  sugli effetti collaterali e proponendo simultaneamente il nuovo toccasana e così via, secondo un modello utilitaristico che offre molecole se non inerti negli effetti terapeutici a volte addirittura dannose.

 

Ma anche nel “piccolo” vi sono alterazioni di esiti altrimenti incontrovertibili. Perizie di parte, consulenze a pagamento e pareri legali , sovente hanno lo scopo di modificare la realtà ad uso e consumo del committente, trasformando con  artifizi  anche raffinati , teoricamente plausibili ma del tutto improbabili evidenze che il cittadino normale spesso non può dirimere per mancanza di mezzi economici o conoscenze per poter accedere agli scienziati prezzolati.

 

Il principio è che nessuno vuol pagare pegno e che per questo è disposto a far volare gli elefanti, talvolta persuadendo un giudice a ribaltare un verdetto dato per scontato. Così come nel quartieri popolari di Napoli vi sono professionisti del malocchio, che si recano a domicilio per  estirpare la iettatura, esistono specialisti della teoria fatta verbo  che si offrono al reo per farlo assolvere. Non solo assassini, stupratori e truffatori che hanno rovinato  in maniera seriale i  malcapitati possono fruire dei funamboli della verità abili ad  arrampicarsi sugli specchi, ma anche trasgressori, ad esempio, del codice della strada possono farla franca benché spudoratamente colpevoli.

 

E così troveremo l’ubriaco fermato in auto e multato che contesterà l’etilometro della polizia, sosterrà con certificati medici di assumere colluttori a base di alcolici o di non aver potuto soffiare sull’apparecchio andando incontro a sanzione per un problema respiratorio o per cure dentarie con alterata funzionalità del palato e chi più ne sa più ne metta. La verità è più semplice: quell’automobilista era ubriaco ed alterato  a vista d’occhio, ma le procedure di rilevazione possono sempre mostrare dei punti deboli artatamente usati dai consulenti  prezzolati per abrogare  reato e pena.  Uno sperequato incedere che toglie fiducia nella giustizia e rende diseguali i cittadini per furbizia e tracotanza. Di mezzo i prof. o i dott. senza scrupoli con la sola fissa della parcella, unica conoscenza a cui si sanno inchinare.

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